OPINIONI GD - I DIRITTI UMANI A TARGHE ALTERNE
[Oggi apriamo la nostra nuova rubrica Opinioni GD, nella quale iscritti e simpatizzanti potranno condividere articoli d’opinione su temi di attualità, nazionali e locali. Un nuovo spazio per far conoscere i temi che più premono alla nostra giovanile. Buona lettura]
L’Occidente ha guardato, spesso con fare critico, alle violazioni di diritti umani perpetrate in determinati paesi, europei e non, come discriminante per avviare procedimenti più o meno corposi di isolamento internazionale, tentando di esercitare un “soft-power” nei confronti di questi ultimi per spingerli a processi di democratizzazione e tutela di diritti.
Tutto ciò sarebbe bello da sottolineare se non fosse evidente che, ahimè, l’Occidente ed in particolare l’Europa tendono a non avere la stessa intransigenza nel sottolineare violazioni sistematiche di diritti umani quando sono coinvolte alleanze strategiche e militari. Due esempi di questo atteggiamento sono la Turchia di Recep Erdogan e l’Arabia Saudita di Mohammed Bin Salman.
Con la prima questo atteggiamento iniziò nel periodo nella quale emerse la necessità di limitare i flussi migratori provenienti dall’est Europa, a seguito principalmente della guerra in Siria e della lotta all'ISIS. Con l’accordo del 2016 tramite il quale l’UE si impegnò a sostenere economicamente la Turchia in cambio di un rallentamento di questo flusso, le istituzioni europee cominciarono a voltarsi da un'altra parte di fronte alle denunce delle associazioni umanitarie sui trattamenti ricevuti dai migranti e, ulteriormente, sulle violazioni di diritti umani e politici perpetrate alla comunità curda in Turchia. Atteggiamento che continuerà fino alla giornata di ieri nella quale, per ottenere la rimozione del veto della Turchia all’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO, questi ultimi due paesi si sono impegnati ad estradare i curdi che si erano rifugiati nel loro paese, in nome di una presunta collaborazione contro il terrorismo, senza preoccuparsi essenzialmente delle conseguenze sulle loro vite.
Con l’Arabia Saudita invece, anche su spinta USA, l’Occidente ha collaborato, specialmente con vendite di armi in cambio di accordi per il petrolio, senza mai sottolineare le varie violazioni di diritti umani, specialmente nei confronti delle donne, e i crimini di guerra nei confronti della popolazione yemenita. La situazione si è, poi, ulteriormente aggravata con l’ascesa al potere del principe ereditario Mohammed Bin Salman che ha fatto “rimuovere” (volendo usare un eufemismo) tutti i suoi oppositori politici, compreso il giornalista Jamal Khashoggi, con accuse di omicidio provenienti anche da report della stessa Turchia, che sono stati di recente messi da parte in nome di accordi economici tra i due Stati. Oggi queste situazioni riemergono a causa della terza maglia scelta dalla squadra inglese “Newcastle”, di proprietà di un fondo di investimenti della famiglia Bin Salman, che sarà totalmente bianca con scritte e logo verdi, per richiamare i colori della bandiera saudita. Un operazione che Amnesty International ha definito chiaramente “Sportwashing”, ovvero la volontà di ripulire il nome dell’Arabia Saudita attraverso lo sport.
Tutto ciò potrebbe facilmente portare ad una critica alla politica dell’Occidente, che fa della difesa dei diritti umani una bandiera solo quando gli risulta facile, facendo delle eccezioni molto gravi. E pur non negandone le colpe, mi sembra tuttavia importante sottolineare il disinteresse di molti cittadini su questi temi. A quasi nessuno interessa nel 2022 dei curdi, bandiera della lotta all’ISIS ma ormai abbandonati al loro destino. E anche se molti si interessano dei diritti delle donne e dei civili in varie nazioni del mondo, Arabia Saudita compresa, non si va oltre il mero “post sui social”. Non si è pronti a rinunciare a parte del nostro benessere per un bene più grande, o anche per qualche risultato minimo. Siamo sempre pronti a protestare a parole, ma poco con i fatti. Quindi, simbolicamente, ci voltiamo tutti da un'altra parte, dimostrando in fondo che esiste davvero, e per molti, un mondo dove i diritti possono anche non esserci.
Tanto non riguarda noi e, in fondo, ci va bene così.
Giuseppe Costarelli
segretario GD Acireale